Ormai è ufficiale: la nona edizione del Festival Internazionale del Folklore e della Pace, ad Agropoli, non si farà. Ho limpressione, in generale, che la mancanza di fondi a disposizione per le manifestazioni culturali sia sempre più una scusa, nella cancellazione o nel ridimensionamento marcato di questo tipo di eventi, da parte di una classe politica oggi come ieri incapace di dare priorità agli eventi più validi ed efficaci, nella promozione di un territorio. Da anni, ormai, soprattutto a livello regionale e provinciale si assiste sempre più a tagli nei settori turistico e culturale, presentandoli come gestione virtuosa della spesa pubblica.
Può darsi, ma tutto ha un risvolto della medaglia e mi domando se questi tagli non abbiano alla lunga conseguenze decisamente negative anche sotto il profilo sociale (se proprio vogliamo ignorare quello squisitamente culturale, in anni in cui la cultura si fa per dire dominante è sempre più alla mercé della superficialità televisiva).
È giusto continuare ad assecondare la moda del cantante famoso pagato con fondi pubblici, mentre con le decine di migliaia di euro sborsate per una sola esibizione si potrebbero realizzare eventi e performance sicuramente molto più efficaci, nellattrarre un certo tipo di turismo? Il turismo, per intenderci, di chi è disposto a percorrere centinaia di chilometri e ad alloggiare in strutture alberghiere. Un Festival Internazionale del Folklore può essere una delle attrattive di punta di un buon pacchetto turistico (date unocchiata a quello che ogni anno viene realizzato con il Festival del Mandorlo in Fiore ad Agrigento, per avere unidea precisa), il cantante famoso è di fatto impresentabile e improponibile, se non in un ambito poco al di là di quello locale.
Ma forse il punto centrale è proprio questo: manca la volontà di guardare oltre leffetto immediato di certe manifestazioni. Una politica turistica efficace costa decenni di lavoro, di impegno costante, di pianificazione economica lungimirante, di capacità di gestione ottimale di flussi turistici crescenti, ecc.
È un costo indubbiamente elevato, questo, e in termini elettorali paga molto meno di un evento clamoroso e limitato nel tempo. Quale politico è disposto a pagarlo?
Francesco Sicilia